Omaggio a Claudio Misculin e a Giuliano Scabia
La commedia della fine del mondo
di Giuliano Scabia
messa in scena dell’Accademia della Follia
a cura di Antonella Carlucci
coreografie di Sarah Taylor
costumi di Lia Morandini
musiche a cura di Alice Gherzil
testi di Giuliano Scabia
Partiamo con un omaggio a due maestri dello spiazzamento: Claudio Misculin e Giuliano Scabia. attori, registi, poeti, drammaturghi, visionari inventori di teatri di vita e di rinascite dentro al teatro. Quando l’Accademia della Follia con i suoi “matti per professione” (gli errori che rendono possibile l’intelligenza di normali e normaloidi) e “attori per vocazione” calcherà la scena scritta da Giuliano Scabia, sarà una danza che rovescia le identità, le storie e le sorti. Con loro entreremo in un mondo assediato dalla propria fine che si scosta dall’assedio tramutando la tragedia in commedia, in un volo che, per dispetto e per rivolta, non torna mai a riattaccare a terra la sua ombra. Dove la scomparsa è solo un altro modo di restare.
Scrive Cinzia Quintiliani delll’Accademia della follia: Sentivamo la necessità di tornare a viaggiare con Giuliano, di tornare alle origini e di lavorare con un poeta trovare parole, immagini, sensazioni, per ritrovare magia, gioco, orizzonti, per capire che siamo piccoli, in balia di un ‘sassetto’ o di un virus… Infatti, ogni qualvolta ci è dato di incontrare il Teatro Vagante di Giuliano Scabia è sempre un’avventura di conoscenza, un viaggio alla ricerca delle risposte più antiche: da dove veniamo, dove andiamo… «Sempre il teatro per me – scrive Scabia – è stato una cerimonia e un esercizio di apprendimento, un esperimento di vita nuova.» La fine del mondo con dinosauri, intermezzo che si trova nel libro «Il lato oscuro di Nane Oca», di Giuliano Scabia, è una «tremenda tragedia comica» che racconta la vicenda dell’estinzione dei dinosauri causata da un ‘sassetto’, un meteorite che viene dallo spazio, dapprima piccino ma che diventa sempre più grande. La tribù dei dinosauri si interroga, vengono proposti vari modi per sfuggire al destino, il topetto eremita analizza, il dinosauro uccello del malaugurio profetizza, latribù pensa e borbotta. E allora si decide di…..Giuliano Scabia Scrittore, poeta, drammaturgo e regista, personalità tra le più eminenti della cultura italiana, due volte vincitore del Premio Ubu, ha attraversato per oltre cinquant’anni tutti i campi dell’arte. Famosissime le sue azioni teatrali, dal decentramento nei quartieri di Torino ed esemplare quella intrapresa con Vittorio e Franco Basaglia nell’Ospedale Psichiatrico di Trieste nel 1973, con l’invenzione di Marco Cavallo, il grande cavallo azzurro diventato il simbolo della libertà. Il 20 maggio Giuliano Scabia è partito in groppa a Marco Cavallo, come testimonia Peppe Dell’Acqua: «. Quando è venuto il momento Giuliano, allegro come sempre, è saltato in groppa al cavallo. Il cavallo azzurro, di nuovo, gioioso e allegro è volato in alto, in alto, col suo caro amico poeta.» Siamo onorati di rappresentare il suo testo e a lui, uno dei nostri grandi Maestri dedichiamo lo spettacolo. Un sentito ringraziamento a Fabio Masi e Armunia per i costumi.