Spettacoli 2013

L’accademia della Follia presenta in Anteprima Nazionale 

 

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Spettacolo teatrale liberamente tratto da Asterix e il Regno degli dei di Goscinny-Uderzo, Mondadori 1984.
Testo e regia di Claudio Misculin con Dario Kuzma, Giuseppe Feminiano, Ana Dalbello, Claudio Misculin, David Murcia Gonzalez, Gabriele Palmano, Donatella Di Gilio, Tadeu Liesenfeld, Giuseppe Denti.

L’  Accademia della Follia presenta, in anteprima nazionale:

OBELIX&ASTERIX
liberamente tratto da
Asterix e il Regno degli dei
regia di Claudio Misculin

In scena: Dario Kuzma, Giuseppe Feminiano, Ana Dalbello, Claudio Misculin, David Murcia Gonzalez, Gabriele Palmano, Donatella Di Gilio, Tadeu Liesenfeld, Giuseppe Denti

PLANIMETRIA NARRATIVA
Giulio Cesare, non riuscendo ad avere la meglio con la forza sugli irriducibili Galli armoricani, decide di costruire una città romana intorno al loro villaggio, per costringerli ad assimilare gli usi e i costumi di Roma. Il primo dei numerosi palazzi destinati a soppiantare le selvagge foreste galliche, sarà un complesso residenziale di villeggiatura chiamato “Il Regno degli dei”.

PLANIMETRIA UMANA
“Dopotutto la genialata di Basaglia sta tutta nel fatto che lui ha riconosciuto che dietro la malattia c’è sempre un uomo; e che quest’uomo non deve e non può essere costretto nei parametri tecnico medicali. Infatti l’Accademia della Follia  è fatta di uomini e donne, con gli uomini e donne e per gli uomini e donne, viva gli uomini e donne: amen.
Quindi anche gli spettacoli nascono dagli uomini e donne che la compongono e con loro e per loro si sviluppa. Quest’ultima pièce, per esempio, prende forma dal possente corpovocale di Dario Kuzma che ha il perfetto physique du rôle di Obelix
Asterix invece sarà Pino Feminiano, una colonna dell’Accademia: 10 anni di militanza,  e l’orologio del gruppo,  oltre che la sua precisione e puntualità.
In questo spettacolo  avremo anche un acrobata. Non vi racconto meglio qual è la sua storia ne come mai sia capitato tra noi perché necessiterebbe di un intero spettacolo. Di fatto è “studiato di circo e di danza”, è meravigliosa persona direttamente arrivata dalla Colombia.
E’ uno spettacolo di movimento come tutti i nostri spettacoli, ma siccome c’è questa pozione magica che si aggira tra i Galli, e li rende fortutissimi e agilissimi  …è spettacolo di “movimento” per cui serviva un coreografo-ballerino, che noi abbiamo incontrato e apprezzato nella persona di Tadeu,  in Brasile nell’ultima tournée. Artista che si è distinto alla biennale di Venezia in coppia con Dimitris Papaioannou.
Misculin è “dio e non vuole guarire”, ma non coreografo, neanche regista e neanche carpentiere e scenografo. Ma si allunga a fare tutto quello che serve e che riesce a fare. E così tutto il gruppo.
Tutto il gruppo che fa significa che siamo un collettivo. Di lavoro.  Etiam umano; dato che Claudio fa la puntura a Donatella che regala la pelliccia ad Ana e Ana che fa la cena per tutti. E tutti fanno tutto.
Se la squadra composta per questo spettacolo diventasse gruppo di lavoro fisso io ne sarei troppo felice. Troppo. E’ una squadra eccezionale. E che gli spettatori venghino pure tutti che ne saranno sicuramente sodisfatti come sempre.
Ma veniamo allo spettacolo: spettacolo comico. Noi Accademia, teatralmente nati ben più drammatici perché ci era più confacente , adesso, dopo 35 anni di “catastrooofa”, ci è più confacente il comico per snellire l’animo. E Asterix e Obelix ci “stavano di brutto”.
Il fumetto, oltre tutto, è di una attualità impressionante; in particolare l’avventura che abbiamo scelto noi parla di ecologia, di sostenibilità, ma non con i toni giustamente ideologici che ci si potrebbe aspettare da chi di questi argomenti se ne occupava 35 anni fa, ma con i colori maturi di chi considera ecologia e sostenibilità una gran bella cosa, ma come tutte le belle cose con i suoi effetti collaterali anche negativi e dannosi.

Il fumetto, cioè lo spettacolo, parla di lavoro, ci sono i sindacati ed anche in questo caso visto da un’angolatura critica. Ma soprattutto si svela il gioco del potere che con la scusa della tecnica (che ne 2013 è tecnologia, internet…) che migliora la qualità della vita, sfrutta meglio e di più i lavoratori.
Non dimentichiamo: sempre con noi Ciarly e Donatella, e sempre felicemente sposati.
P.S.: è tornato Beppe.” Claudio Misculin

 

 

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Favola per bambini e adulti.

 

rosaspina_2foto di carmine maringola
Spettacolo teatrale programmato  in collaborazione con Associazione Culturale Alfabeti Emotivi e MPG Cultura.
Testo e regia di Emma Dante  con Gabriella D’Anci, Rossana Savoia, Emilia Verginelli  della  Compagnia Sud Costa Occidentale.
Assistente alla regia Davide Celona.  Luci di Gabriele Gugliara.

età consigliata da 7 anni

Sembrava un angelo tanto era bella. Il sonno non aveva rovinato la bella tinta rosa del suo colorito: le gote erano di un bel carnato e le labbra rosse come il corallo. Rosaspina aveva soltanto gli occhi chiusi ma si sentiva respirare dolcemente; non era morta. Il Re ordinò che la lasciassero dormire in pace finché non fosse arrivata la sua ora di destarsi. Passarono cento anni e di cose ne successero nel mondo! Prima e seconda guerra mondiale, gli anni settanta, i Beatles, la televisione, i matrimoni gay, facebook… Rosaspina si addormenta bambina e si risveglia donna. Si innamora perdutamente di un principe moderno, diverso, che svelerà solo alla fine la sua vera identità. “La bella Rosaspina addormentata” è una favola dedicata alla crescita e alla scoperta di sé; al momento critico che segna il passaggio dall’infanzia all’età adulta.

Lo spettacolo fa parte del progetto Teatro Arcobaleno, promosso da Gender Bender Festival in partnership con Famiglie Arcobaleno, Teatro Testoni Ragazzi / La Baracca, Fondazione ERT Emilia Romagna Teatri, Pubblico Teatro di Casalecchio e Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università degli Studi di Bologna.

Associazione mpg.cultura
www.mpgcultura.it
info@mpgcultura.it
Facebook: Mpg Cultura  T. 329 8407362

 

 

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Lettura scenica di e con  Licia  Maglietta su testi di Alda Merini.

 

licia mglietta

 

 

DELIRIO AMOROSO
lettura semiscenica
di e con LICIA MAGLIETTA
su testi di ALDA MERINI

Il monologo con musiche “Delirio amoroso” è stato realizzato da Licia Maglietta nel 1995. Racconta la stessa autrice ed interprete: «Avevo letto e poi raccolto a partire dall’inizio degli anni ‘90 quasi tutta l’opera di Alda Merini, e da allora avevo sentito il desiderio di poter leggere a teatro parte della sua poesia e della sua prosa. Ho voluto quindi incontrarla ed è nata così una profonda e divertita amicizia. Ho capito allora che ciò su cui stavo lavorando poteva diventare un momento di teatro. L’ironia che spesso, per fortuna mi accompagna, ha incontrato la sua».
L’attrice napoletana di “Pane e tulipani” è rimasta colpita soprattutto da un pensiero della Merini (21/03/1931–01/11/2009), che è utile riportare qui integralmente: «L’ironia mi salva. In situazioni assurde mi è capitato di scoppiare in terribili risate. Ma solo la poesia è in grado di redimermi. Nei momenti più tragici un solo verso è stato capace di portarmi verso la salvezza ed una fragorosa risata ha aggiustato tutto … Maria Corti dice che non ho ancora aperto il conto di fiducia con me stessa …  mi viene in mente che non ho aperto neanche il conto corrente in banca …».
Licia Maglietta grazie a queste parole ha capito che poteva mettere finalmente insieme poesie, teatro ed amori. E’ nato così “Delirio amoroso”, monologo dedicato alla poetessa Alda Merini, storica produzione di Teatri Uniti che, benché rappresentato in ogni angolo della penisola per circa un decennio a partire dal 1995, si sposa perfettamente al tema ed ai propositi del Festival dei Matti, dedicato quest’anno al tema degli “Esìli”. Per il festival veneziano verrà quindi proposta, in esclusiva italiana, una versione in forma di “lettura semiscenica”, non quindi con la scenografia originale, di “Delirio amoroso”, lavoro che peraltro l’attrice partenopea aveva già ripreso in un’analoga occasione nel 2010, al Teatro Parenti di Milano, qualche mese dopo la morte di Alda Merini.
Per quell’edizione milanese del monologo, la Maglietta aveva concesso un’intervista al Corriere della Sera che ci sembra interessante riproporre in occasione di questa nuova ripresa veneziana. «Torno al mio “delirio” per ricordare Alda. Non voglio dimenticare la sua ironia. Ora che non c’ è più, mi sembra di recitare con più libertà. C’è malinconia, eppure non mancano momenti leggeri e divertenti. Quando le mostrai per la prima volta il mio lavoro temevo che potesse non gradire, invece lei non solo approvò ma mi incoraggiò. Ne è nato un rapporto di stima e di amicizia; abbiamo anche recitato insieme. Si tratta, più che di un’opera di Alda Merini, di un monologo nato da un mio montaggio di testi, un lavoro drammaturgico originale a partire da poesie e prose della poetessa …».
Lo spettacolo, long–seller della scena teatrale italiana, non è cambiato di molto nel tempo, pur avendo subito giocoforza dei nuovi innesti. Precisa sempre nella stessa intervista Licia Maglietta: «dopo molti anni che non lo proponevo l’ho voluto affrontare da capo. Nel frattempo sono accadute molte cose, la differenza principale è che ora Alda non c’è più, e non è poco. Un fatto che ammanta quest’omaggio di malinconia, anche se non mancano momenti leggeri e divertenti. Forse è lo spirito con cui lo porto in scena che oggi è molto diverso. Tanto che mi sembra di recitare il “Delirio” con maggior libertà, e di sentirlo ogni volta più mio».
Dei testi poetici della Merini l’attrice di “Pane e Tulipani” dice ancora: «dall’esordio letterario nel dopoguerra alle tempestose relazioni sentimentali: nel lavoro ci sono pezzi di vita e di poesia, le parti sulla dolorosa esperienza in manicomio e le parole appassionate sull’amore, ma soprattutto c’è quel modo unico di guardare il mondo. Sono rimasta affascinata dalla sua capacità di avere uno sguardo alto e ironico sulla vita. Alda sembrava voler sempre ricordare che una risata, alla fine, l’aveva risollevata. E’ forse proprio questo l’insegnamento più importante che mi ha lasciato …».

 

 

 

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