Franco Basaglia e dintorni. Le storie che ne vengono. 31 maggio, ore 15.30

Teatrino Groggia

Domenica 31 maggio  

ore 15.30

 

“Basagliano” diverrà allora il pensiero sensato(ormai introvabile)
l’agire ad etica minima ispirato, la pratica decente delle istituzioni e degli istituti,
un’azione dotata di quel minimo di critica all’idiozia scientifica istituita
nelle apposite società di cui la psichiatria forense è l’apogeo, de-istituzionalizzare il pregiudizio,
relativizzare ogni giudizio, rispettare quel prendersi tanto sul serio,
con ciò forse potendo spezzarne le mura, per un’ansia di democrazia
che possa ridurre in qualche modo l’obbligo della malafede come unica difesa della follia.
Ce lo potrà permettere l’avere autonomi progetti,
avere un socius in questo, dei complici qua e là,
costruire insieme all’altro una frase di cui sapevamo solo qualche parola,
qualcuno o qualcosa che non si stanchi della tua difformità.
E se fossimo addirittura capaci di costituire l’altro a valore?
Forse allora noi (psichiatri) avremmo cominciato a fare il nostro mestiere.
Franco Rotelli

Franco Basaglia e dintorni. Le storie che ne vengono

Incontro con gli autori

Alberta Basaglia, Le nuvole di Picasso (Feltrinelli, 2014)

Franco Rotelli , L’istituzione inventata (Alphabeta Verlag, 2015)

Giovanna Del Giudice, …e tu slegalo subito (Alphabeta Verlag, 2015)

Piero Cipriano, che in Manicomio chimico. Cronache di uno psichiatra riluttante (Elèuthera, 2015)

Questi volumi, importanti e coraggiosi, raccontano sia l’accaduto sia ciò che sta accadendo oggi nel nostro Paese nel campo della salute mentale, sfatando i luoghi comuni e le verità pseudoscientifiche che governano l’universo di pratiche psichiatriche ancora foriere di troppi crimini di pace.

 Alberta Basaglia, in Le nuvole di Picasso (Feltrinelli, 2014) propone una lettura inedita, unica e spudorata (ma anche autobiografica), del manicomio liberato e del suo superamento partendo dalle domande di una bambina, la più piccola interprete di quella rivoluzione oggi diventata una professione. Franco Rotelli in L’istituzione inventata (Alphabeta Verlag, 2015), dedicato alla questione dei manicomi dentro il più generale sistema sanitario della città di Trieste, fissando una parte di memoria, legandosi all’attualità, convinto che questa storia sia di stimolo, per i più giovani, a creare collettivi di azione, capaci di dar senso a una vita, a tante vite attorno a quelle allusioni a “uguaglianza, libertà, fraternità’ cui resta ancorato quanto qui ricordato.

…e tu slegalo subito (Alphabeta Verlag, 2015) in cui Giovanna Del Giudice parla della contenzione in psichiatria. Dalla morte di Giuseppe Casu, deceduto nel 2006 nel letto del Servizio di Diagnosi e Cura Psichiatrico di Cagliari, dopo essere stato legato sette giorni e sette notti, alle vicende più recenti, non silenziate e non giustificate, che mettono al centro uno scontro tra psichiatrie, tra differenti visioni, non solo nel dipartimento di salute mentale ma anche nella città, nella regione Sardegna e nella stessa società degli psichiatri italiani. Infine Piero Cipriano, che in Manicomio chimico. Cronache di uno psichiatra riluttante (Elèuthera, 2015) sottopone a una critica severa i principali dogmi della psichiatria moderna in cui lutto, tristezza, rabbia, timidezza, disattenzione non sono stati d’animo fisiologici, ma patologie da curare con il farmaco adatto. Gli psicofarmaci, contenzioni chimiche spesso associate a quelle meccaniche, rappresentano il manicomio discreto e generalizzato in cui una parte sempre più ampia della popolazione finisce, suo malgrado e talvolta inavvertitamente, per essere rinchiusa.

 

Per saperne di più:

http://www.lavoroculturale.org/picasso-basaglia/

https://www.youtube.com/watch?v=RWk9wLJ2KMo

http://www.repubblica.it/cultura/2015/04/10/news/piero_cipriano_i_manicomi_ora_si_chiamano_psicofarmaci_-111621220/