Moussa Balde Storie di un ragazzo e di diritti spezzati
Gianfranco Rizzetto incontra
Andrea Bellardinelli coordinatore del Programma Italia di Emergency
Carla Ferrari Aggradi psichiatra, volontaria di Mediterranea Saving Humans
Berthin Nzonza presidente Mosaico. Azioni per i Rifugiati di Torino
Francesco Vacchiano psicologo, antropologo, Università Ca’ Foscari Venezia
Gianluca Vitale avvocato Asgi Torino, co-presidente Legal Team Italia
La storia di Moussa Balde è tristemente emblematica di una condizione di marginalità imposta e ribadita per legge, un gorgo kafkiano di attese, dinieghi, umiliazioni, violenze imposte da un feroce dispositivo identitario. Il suo viaggio senza ritorno – Guinea, Algeria, Libia, Palermo, Imperia,, Francia, Ventimiglia, Torino- si conclude con il suicidio, dopo una drammatica aggressione da parte di 3 uomini italiani, la detenzione e l’isolamento in un centro per il rimpatrio, a soli 23 anni. Per Moussa il motivo che lo aveva trasformato da vittima in detenuto e condannato al rimpatrio, era incomprensibile, per noi, semplicemente inaccettabile. Ci chiederemo allora perché, nell”incrocio tra procedure giuridico amministrative e pratiche psichiatriche, il futuro degli ultimi tra gli ultimi resti ancora un futuro impossibile.
Andrea Bellardinelli Italian Programme Coordinator – EMERGENCY ONG Onlus Dal 2011è il Coordinatore di Programma Italia ed è stato membro del Consiglio Direttivo di EMERGENCY dal 2015 al 2021. Il mandato di Programma Italia è quello di offrire gratuitamente cure sanitarie di base a migranti e indigenti e facilitare l’accesso di questa popolazione vulnerabile al Sistema Sanitario Nazionale. Programma Italia, ad oggi, opera in sei regioni italiane con cliniche mobili e ambulatori fissi con medici, psicologi, infermieri, mediatori culturali e logisti. Nel 2016 è stato anche Deputy Head of Operation per le missioni di Search and Resque nel Mediterraneo Centrale e da marzo 2022 supporta il Progetto per i profughi ucraini in Moldavia come Deputy Country Director. Precedentemente è stato Coordinatore Amministrativo per Medici senza Frontiere Belgio – Missione Italia e Coordinatore Logistico per il Centro Chirurgico di EMERGENCY in Sierra Leone
Carla Ferrari Aggradi dice di sé: “Psichiatra e psicoterapeuta, mi sono occupata e mi occupo delle gravi patologie psichiche. Ho iniziato negli ospedali psichiatrici ed ho continuato nei servizi pubblici e nell’attività privata. La mia vita professionale è stata segnata e disegnata dall’esperienza “ basagliana”. La formazione accademica è stata nutrita dalla partecipazione al movimento antimanicomiale che attraversava l’Italia e L’Europa negli anni ’70. I grandi cambiamenti sociali e culturali e la ritrovata visibilità dei malati di mente, della loro sofferenza, della loro umanità ha permesso la rivisitazione della psicopatologia in termini di comprensibilità, curabilità e di non esclusione. n ogni contesto la mia attività è stata informata dalla convinzione che la malattia mentale è fonte di dolore e di discriminazione per chi ne soffre e per chi gli vive accanto e che ogni intervento terapeutico debba essere sostenuto dal rispetto e comprensione per chi ne soffre, per la sua storia, per le sue convinzioni, per le sue relazioni, insomma, per la sua vicenda umana. E’ di quegli anni la mia partecipazione alla nascita dei nuovi servizi psichiatrici territoriali di cui, negli anni, sono stata fondatrice e dirigente.. Mi sono occupata della formazione e supervisione di operatori dei servizi psichiatrici, di progetti per i senza tetto. Sono stata didatta della scuola di specializzazione in terapia familiare/sistemica “ Mara Selvini Palazzoli” di Milano e sono stata fondatrice e coordinatrice della sede di Brescia e didatta fino alla fine del 2018. In occasione del lockdown, ho costruito e coordinato il servizio di SOS psicologico voluto dall’Amministrazione Comunale di Brescia. Attualmente continuo la mia attività clinica presso lo studio associato “ La Tartaruga” di Brescia. Lavorando nel territorio, ho incontrato donne ed uomini migranti e da lì è nato il mio interesse per la psichiatria e psicologia transculturale, interesse coltivato, in particolare, negli anni ’90 ed inizio 2000 frequentando il centro NagaHar di Milano; all’inizio degli anni 2000 ho partecipato come referente del gruppo Dedalo di Brescia al progetto “Richiedenti asilo‚ Rifugiati ,Vittime di tortura” finanziato dal Consiglio d’Europeo e dall’Acnur, realizzato in Italia da ICS. Ho seguito fin dal suo nascere, il progetto di Mediterranea al quale dedico il mio tempo di volontaria insieme all’attività nel Forum Salute Mentale nazionale e all’ass. Marco Cavallo di Brescia. In sintesi: In tutta la mia vita il mio impegno è stato ed è speso per l’affermazione del diritto alla salute, verso la costruzione di servizi come diritto ma, sopra ogni cosa, il mio pensiero ed il mio lavoro sono sempre stati diretti a chi è considerato diverso, a chi viene emarginato, a chi non ha luogo e voce in una società dove il mercato ha reso tutti oggetti più o meno spendibili, semplicemente oggetti.
Berthin Nzonza fondatore dell’associazione Mosaico , di cui è Presidente. Collabora come mediatore con l’Associazione Fanon e la Coop. Esserci per un progetto di accoglienza dei richiedenti e rifugiati con disagio psicologico a Torino.
Francesco Vacchiano è psicologo clinico, e antropologo, ricercatore presso l’Università di Ca’ Foscari di Venezia. Si interessa da anni dei temi dell’intersezione tra antropologia e psicologia. Si è occupato a lungo dei temi di antropologia medica e psicologica, di migrazioni trasnazionali, frontiere burocrazie e politiche di cittadimanza, di gioventù e società in Nord Africa e di saperi terapeutici in Marocco e Mozambico. E’ autore tra l’altro, con Simona Taliani di di Altri corpi Antropologia e etnopsicologia delle migrazioni (Unicopli , 2006) e di Antropologia della dignità (Ombrecorte 2022)
Gianluca Vitale