Accademia della Follia Claudio Misculin diceva: “Data la follia. /Data la normalità./ L’Accademia si pone a cavallo/ tra realtà e verità./ La realtà è una merda,/ la verità glielo dice,/e finisce in manicomio./ Ma l’Accademia sta sempre a cavallo. L’Accademia è il luogo mentale reso da un cerchio/ dentro il quale perdi i connotati di provenienza./ Non è importante quello che sei stato,/ e nemmeno quello che sei nella realtà dei normaloidi: nell’Accademia vale quello che sei dentro il cerchio;/ e sei per quello che fai in rapporto a quello che puoi.” La ricerca nasce all’interno dell’ex ospedale psichiatrico di Trieste nel periodo in cui le sue mura venivano abbattute da Franco Basaglia. Claudio Misculin si trova lì, in quel momento,a far parte del grande sogno; e da lì, da dentro, fonda il primo gruppo (1976), apre il primo teatro di matti e, insieme ad altri, partecipa alla costruzione di quella idea che poi diventerà la “Legge 180”. Dopo una pausa all’interno del teatro tradizionale, Misculin riprende la propria originale ricerca che confluirà nel “Velemir Teatro”, fondato assieme ad Angela Pianca nel 1983. Nel Velemir opera una sintesi complessiva della sua esperienza utilizzando testi/contaminazioni/tecniche di grandi personaggi e piccoli folli di piccole quotidianità e folli ideali. L’Accademia della Follia viene fondata nel 1992 a Rimini, da Claudio Misculin, Cinzia Quintiliani e Angela Pianca, durante un Convegno tenutosi nel Teatro Comunale Novelli. È un progetto teatrale e culturale. Formato da attori a rischio, è un’esperienza singolare- universale. Se il disagio sociale è denuncia di una vita impossibile, il teatro è un progetto anticorpo, diventa allusione ad una vita altra, dove altri sono i rapporti fra gli uomini. Allora l’Accademia della Follia non propone soltanto l’incontro con un maestro, un’artista, il teatro diventa terreno comune per agire la diversità e la sua trasformazione. Si opera ai confini: geografici, culturali, etnici, di generazione, di centralità e marginalità, di rischio personale, di gruppo, di età, di status. Tecnica + Follia = Arte…. O l’arte ha in sé una magia oppure non è arte. Il matto può diventare un talento artistico, se si creano opportunità di esplorare e di mettere in scena altre maschere oltre a quella unica e sovradeterminata di malato.
Roberto Beneduce ha lavorato a Napoli sino al 1989 come psichiatra e psicoterapeuta sotto la guida di Sergio Piro. Si è poi trasferito a Torino, lavorando con Agostino Pirella e avviando gli studi di dottorato presso l’EHESS (Parigi), sotto la direzione di Marc Augé. A Torino ha fondato nel 1996 il Centro Frantz Fanon: un centro rivolto alla ricerca sulla migrazione e alla cura di immigrati, rifugiati e vittime di tortura. Nelle sue ricerche etnografiche (in Mali, sull’altopiano dogon, dal 1988 a tutt’oggi; nel sud del Camerun, fra il 2001 e il 2014; in Mozambico – negli anni 2001-2002 e poi dal 2017 a oggi) si è occupato dei linguaggi della sofferenza psichica, dei saperi locali della cura, dei culti di possessione e delle vecchie e nuove politiche della stregoneria. In Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Eritrea e RDC ha esplorato gli effetti psichici e sociali della guerra e delle atrocità̀ di massa. Dal 2000 insegna Antropologia Culturale all’Università̀ di Torino, dove la sua ricerca si è andata sviluppando in ambiti tematici quali le politiche dell’asilo e della cittadinanza, etnopsichiatria e colonialismo, trasformazioni dei legami familiari e migrazione, razzismo epistemico e violenza istituzionale. Più recentemente si è occupato di salute, crisi ecologica e ingiustizia ambientale. Il suo interesse è rivolto in particolare alla costruzione di un’etnopsichiatria critica e dinamica che muovendo dalla necessità di ripensare le strategie terapeutiche, si interroghi sul senso della cura in situazioni di crisi: da qui il ricorso sistematico al pensiero di Ernesto de Martino.
È stato visiting professor nelle università̀ di Berkeley, Tolosa, Cali, Ajaccio, oltre che Directeur d’études invité all’EPHE (Parigi). È attualmente fellow dell’Institut Convergences Migrations (Parigi). Oltre a numerosi articoli pubblicati in diverse riviste, è autore delle seguenti monografie: Frontiere dell’identità e della memoria. Etnopsichiatria e migrazioni in un mondo creolo (1998, traduzione in Messico, per ENAH-UAT), Etnopsichiatria (2007), Corpi e saperi indocili. Stregoneria, guarigione e potere in Camerun (Torino, 2010),
Archeologie del trauma. Un’antropologia del sottosuolo (Roma-Bari, 2019), L’histoire au corps. Mémoires indociles et archives du désordre dans les cultes de possession en Afrique (Fribourg, 2016), e, con Nigel Gibson, Frantz Fanon. Psychiatry and Politics (New York, 2017).
Stefano Cecconi coordinatore dell’ Osservatorio stopopg, promotore di Sos Sanità, componente del Coordinamento nazionale Salute Mentale. Sindacalista, ora dirigente SPI CGIL nazionale dipartimento sociosanitario. Già responsabile Politiche della Salute CGIL nazionale, direttore RPS “La Rivista delle Politiche Sociali
Anna Clementi ha lavorato come operatrice Sprar nel sistema di accoglienza a Venezia, è arabista, ha vissuto per anni in Medioriente tra Siria e Palestina, insegna arabo. Insieme a Diego Saccora, è fondatrice dell’associazione Lungo la Rotta Balcanica.
Massimo Cirri da decenni conduce Caterpillar su Rai Radio 2. Ha scritto Un’altra parte del mondo (Feltrinelli, 2016) e Sette tesi sulla magia della radio (Bombiani, 2017). Con Chiara D’Ambros, più recentemente, Quello che Serve. Un racconto tra malattia, cura e Servizio Sanitario Nazionale (Manni, 2022) che è anche un documentario disponibile su Raiplay. Ma il libro è meglio.
Emanuele Di Nicola (Roma, 1984) è giornalista e critico cinematografico, scrive per “Gli Spietati”,“Nocturno”, “Cinecritica”. Collabora con l’Università La Sapienza di Roma nel Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale per la realizzazione di seminari sul cinema. Ha tenuto lezioni e scritto saggi, tra gli altri, su Ken Loach, i fratelli Dardenne, Wiseman, Fincher, Ozon, Dumont. Ha collaborato con vari festival in qualità di ospite e di giurato. È autore de La dissolvenza del lavoro. Crisi e disoccupazione attraverso il cinema (Ediesse, 2019) e La carne e l’anima. Il cinema di Abdellatif Kechiche (Mimesis, 2021).
Pierangelo Di Vittorio filosofo e scrittore. Dopo la laurea in filosofia, lavora nei servizi di salute mentale di Trieste, per poi continuare i suoi studi a Strasburgo con Philippe Lacoue-Labarthe. È tra i fondatori di Action30, collettivo di ricercatori e artisti che dal 2005 sperimenta forme ibride di condivisione della cultura. Tra le sue pubblicazioni: Foucault e Basaglia. L’incontro tra genealogie e movimenti di base (Verona 1999); (con M. Colucci) Franco Basaglia (Milano 2001; Merano 2020); (et al.) L’uniforme e l’anima. Indagine sul vecchio e nuovo fascismo (Bari 2009); (et al.) Bazar Elettrico. Bataille, Warburg, Benjamin at Work (Potenza 2017); (con B. Cavagnero, a cura di), Dopo la legge 180. Testimoni ed esperienze della salute mentale in Italia (Milano 2019); Ragione funambolica. Sull’utilità del pensiero per la vita (Milano 2021). Fa parte della redazione della rivista “aut aut” e della Scuola di filosofia di Trieste. Sarà pubblicato a maggio il suoultimo libro Fitzcarraldo Frangment. Il sublime, la techne, il legame sociale, (Edizioni Efesto, Roma 2023).
Antonio Esposito ph.d, saggista e ricercatore indipendente. Ha lavorato presso università ed enti di ricerca sulle tematiche inerenti all’esclusione sociale, alla storia della psichiatria e al razzismo, è esperto di beni confiscati e legalità. Tra le pubblicazioni inerenti alla questione psichiatrica si segnalano: la curatela, con
Dario Stefano Dell’Aquila e Roberta Moscarelli della nuova edizione del libro di Sergio Piro, Esclusione,
Sofferenza, Guerra. Tesi provvisorie sulla guerra, sull’esclusione sociale, sulla privazione dei diritti, sulla
sofferenza oscura [Sensibili alle Foglie, 2023]; la monografia Le scarpe dei matti. Pratiche discorsive,
normative e dispositivi psichiatrici in Italia (1904-2019) [ad est dell’equatore 2019], le curatele con Elena Cennini, del numero monografico di Cartografie sociali Cosa resta del manicomio? Riflessioni sul fascino indiscreto dell’internamento [Mimesis 2020], e del testo collettaneo Come camaleonti davanti allo specchio. La vita negli spazi fuori luogo (2013). Con Dario Stefano Dell’Aquila è autore di Storia di Antonia. Viaggio al termine di un manicomio [Edizioni Sensibili alle foglie, 2017] e di Cronache da un manicomio criminale [Edizioni dell’Asino, 2013]. Insieme hanno anche curato il volume di Assunta Signorelli, Praticare la differenza. Donne, psichiatria e potere (Ediesse 2015). È autore del capitolo dedicato alla salute mentale delle ultime tre edizioni del Rapporto sullo stato dei diritti in Italia curato da V. Calderone e A. Condello per A Buon Diritto Onlus.
Giorgio Falco (1967) è uno scrittore. Tra i suoi libri: L’ubicazione del bene (Einaudi, 2009); La gemella H (Einaudi, 2014), Sottofondo italiano (Laterza, 2015), Ipotesi di una sconfitta (Einaudi, 2017), Il paradosso della sopravvivenza (Einaudi, 2023). Collabora spesso con Sabrina Ragucci indagando il rapporto tra letteratura e fotografia. Tra i fototesti pubblicati assieme: Condominio Oltremare (L’orma, 2014), Flashover (Einaudi, 2020).
Marco Ferrero avvocato, attivista, formatore. Attivo tra Venezia e Padova. Professionalmente impegnato come socio GD, AGI e ASGI nella promozione della tutela dei diritti umani e dell’antidiscriminazione. Animatore dello Sportello di Avvocato di Strada a Padova. È stato per quindici anni professore a contratto a Ca’ Foscari in materia di
mobilità internazionale dei lavoratori e politiche del lavoro. Attualmente è docente nei Master di Criminologa critica dell’Università di Padova e di Management del Welfare e del Terzo Settore di Ca’ Foscari e riveste il ruolo di portavoce del Forum del Terzo Settore Veneto.
Ilaria Gaspari è filosofa e scrittrice. È nata a Milano. Ha studiato filosofia alla Scuola Normale di Pisa, poi si è addottorata a Parigi, all’università Paris I Panthéon-Sorbonne. Tra i suoi libri: “Etica dell’acquario” (Voland 2015), “Ragioni e sentimenti. L’amore preso con filosofia” (Sonzogno 2018), “Lezioni di felicità. Esercizi filosofici per il buon uso della vita” (Einaudi 2019, tradotto in diversi Paesi), “Vita segreta delle emozioni” (Einaudi 2021), “A Berlino con Ingeborg Bachmann” (Giulio Perrone 2022). Collabora con diverse testate giornalistiche, tv e radio. Tiene corsi di scrittura alla Scuola Holden e alla Scuola Omero.
Dea Gjinovci è una regista e produttrice svizzero-albanese. I suoi film sono stati presentati in anteprima in prestigiosi festival internazionali come Tribeca Film Festival, Visions du Réel, IDFA, CPH:DOX, Hot Docs, DocNYC, Winterthur KurzFilmTage e molti altri… È un’alumna del Sundance e una Film Independent Fellow 2019. Il suo stile cinematografico fonde narrazione poetica, realismo magico e cinéma vérité. Ha vinto diversi premi, tra cui il “Miglior film nazionale” al Dokufest 2017 e le menzioni come “Miglior nuovo talento” sia al ZagrebDox 2021 che al Biografilm 2020. È membro dell’Accademia del Cinema Svizzero dopo la nomination come “Miglior documentario” per Wake Up on Mars nel 2022. Ha conseguito un BA (Hons) in Economia e Politica presso la SOAS, Università di Londra, e un MA in Film etnografico e documentario presso la UCL, Università di Londra.
Alessandro Metz Attivo nei percorsi sociali, politici e culturali. Formazione sul campo, sbagliando confliggendo costruendo percorsi collettivi da più di trent’anni; mi sono formato assieme ad altri dentro una storia di autonomia, pensiero critico e cooperazione. Esperienza amministrativa della cosa pubblica con incarichi locali regionali e nazionali di vario tipo e livello. Amministratore del bene comune nella cooperazione sociale in cui sono emersi i miei molti limiti e le mie capacità, e ogni giorno tento di superare i primi e rafforzare le seconde. Ho iniziato da educatore, atipico e senza titolo, continuo a essere atipico e senza titolo in quasi tutto. Mi occupo di dipendenze, carcere, diritti civili, abitare, reddito e migrazioni, quindi di persone. Ho agito, assieme a molti altri, per forzare e costruire nuova legalità e nuovi diritti, a volte ci siamo riusciti, altre ci hanno processato e qualche volta condannato.
Provo a camminare sul lato giusto della strada sbagliata. Momentaneamente armatore della Mare Jonio, nave attiva nel monitoraggio del mar Mediterraneo per il progetto Mediterranea Saving Humans.
Rossella Miccio è la Presidente di EMERGENCY dal 2017. È laureata in Scienze Politiche con un master in Assistenza Umanitaria. Nel 2000 inizia a collaborare con EMERGENCY come Referente d’area per l’Afghanistan e per il Sudan, ricopre poi il ruolo di External Relation Officer fino al 2007, anno in cui le viene assegnato il Coordinamento dell’Ufficio Umanitario. Dal 2006 fa parte del Consiglio Direttivo dell’associazione. Ha partecipato attivamente alla espansione internazionale di EMERGENCY e, dalla loro costituzione, fa pare del board di EMERGENCY UK e EMERGENCY Belgium.Nel 2015 entra nel Consiglio Nazionale per la Cooperazione allo Sviluppo Internazionale, composto dai 50 rappresentanti delle maggiori organizzazioni italiane di cooperazione allo sviluppo.
Sabrina Ragucci, scrittrice e artista visiva. Indaga la relazione tra letteratura e fotografia. Ha esposto i suoi fototesti in numerose mostre monografiche e collettive, in Italia e all’estero. Nel 2011 è tra gli artisti del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia con Italian East Coast (divenuto poi, in una forma accresciuta e definitiva, Condominio Oltremare). Ha insegnato Storia dell’arte e della fotografia, e di fotografia scrive per riviste e quotidiani. Collabora spesso con Giorgio Falco; tra i fototesti pubblicati con lui: Lo sguardo giù da basso siamo noi (2010); The Collared Dove Sound (2012); Condominio Oltremare (L’orma, 2014) e Flashover (Einaudi, 2020). Ha pubblicato il romanzo Il medesimo mondo (Bollati Boringhieri, 2020); nel 2022 Nostro Tempo Animale (Fondazione Palazzo Magnani); nel 2023 Camera Galleggiante (Editrice Quinlan).
Marco Rovelli è scrittore, musicista e insegnante di filosofia e storia. E’ autore di reportage narrativi, tra cui Lager italiani (BUR 2006), Lavorare uccide (BUR 2008), Servi (Feltrinelli 2009), inchieste saggistiche come Soffro dunque siamo. Il disagio psichico nella società degli individui (minimumfax 2023); romanzi, raccolte di poesie e altre pubblicazioni. Da musicista, ha pubblicato quattro album solisti.
Diego Saccora ha lavorato come operatore nel sistema accoglienza Msna e minori in misura cautelare a Venezia, ha vissuto anni in Bosnia Erzegovina, si occupa di progetti di convivenza, inclusione e formazione per neo maggiorenni e giovani. Insieme ad Anna Clementi, è fondatore dell’associazione Lungo la Rotta Balcanica.
Marica Setaro è attualmente borsista post-doc presso la Gerda Henkel Stiftung di Düsseldorf dove lavora a un progetto sulla patologizzazione psichiatrica nel meridione d’Italia durante il ventennio fascista. Nel biennio 2021-2022 ha lavorato al progetto franco-tedesco (DGF-ANR) dal titolo “Retrieving alternatives. Pluralism in practice in European Psychiatry, 1950-1980”. Il suo oggetto di ricerca è stato l’archivio storico dell’ex O.P. di Gorizia. Con Silvia Calamai, ha curato Ci chiamavano matti. Voci dal manicomio (1968-1977), di A.M. Bruzzone, Il Saggiatore, Milano 2021. I suoi saggi recenti includono “Diario teorico di uno psichiatra. Un profilo di Agostino Pirella”, in aut aut, 385, 2020. Di prossima uscita M. Setaro, Gorizia Experiment. Genealogy of the Therapeutic Practices in Basaglia’s Psychiatric Community (1962-68), in Psychiatric Practices in Europe, 1945-1990, Eds. Gundula Gahlen, Volker Hess, Marianna Scarfone, Henriette Voelker (forthcoming, Manchester U.P., Juin 2023).
Simona Taliani insegna Antropologia dell’infanzia all’Università di Torino, dove è professoressa associata presso il Dipartimento di Culture, Politica e Società. Coordina un Laboratorio di Antropologia critica delle migrazioni e un progetto d’Ateneo rivolto all’inclusione di studenti e studentesse rifugiati e con protezione internazionale. Svolge le sue ricerche etnografiche in Africa sub-sahariana (Camerun, Mali, Mozambico) sui temi della salute mentale e della trasformazione dei sistemi di cura (e della possibile collaborazione). In Italia è impegnata da venticinque anni a svolgere attività clinica e di ricerca presso il Centro Frantz Fanon, dove ha maturato in particolare un’esperienza sulla diaspora nigeriana nel suo rapporto tra strutture di potere, rituali e desideri di riscatto e emancipazione.
Ha conseguito il dottorato di ricerca in antropologia nel 2005 e nel 2009 si è specializzata presso la Scuola di psicoterapia psicanalitica “Laboratorio freudiano” di Milano.
Oltre ai contributi apparsi su numerose riviste internazionali (Africa, Cahiers d’études africaines, Social Compass, Politique africaine), è autrice con Francesco Vacchiano di Altri corpi. Antropologia ed etnopsicologia della migrazione (Unicopli, 2006). Più recentemente è apparsa l’edizione ampliata e riveduta del suo Il bambino e il suo doppio (FrancoAngeli, 2019) e il libro Il tempo della disobbedienza. Per un’antropologia della parentela nella migrazione (Ombre corte, 2019).
Francesco Targhetta (Treviso, 1980) insegna lettere a scuola. Ha pubblicato poesia (Fiaschi, ExCogita, 2009, Le Lettere, 2020; Le cose sono due, Valigie Rosse, 2014; La colpa al capitalismo, La nave di Teseo, 2022), un romanzo in versi (Perciò veniamo bene nelle fotografie, Isbn, 2012; Mondadori, 2019) e un romanzo in prosa (Le vite potenziali, Mondadori, 2018, finalista al Campiello e vincitore del premio Berto).
Anna Toscano (foto Grazia Fiore) vive a Venezia, insegna presso l’Università Ca’ Foscari e collabora con altre università. Scrive per testate e riviste, tra le altre Il Sole24 Ore, minima&moralia, Doppiozero, Leggendaria, Balthazar, Artribune. Molto l’impegno per la sua città, Venezia, sia partecipando a trasmissioni radio e tv sia attraverso la scrittura, ultimo: 111 luoghi di Venezia che devi proprio scoprire, con G. Montieri per Emons Libri. Un’ampia parte del suo lavoro è dedicato allo studio di autrici donne, da cui nascono articoli, libri, incontri, spettacoli, corsi, conferenze, curatele, tra cui le antologie Chiamami col mio nome. Antologia poetica di donne vol. I e vol. II, 2022, e il volume Con amore e con amicizia, Lisetta Carmi, Electa 2023. Fa parte del diretto della SIL, Società Italiana delle Letterate. La sua sesta e ultima raccolta di poesie è Al buffet con la morte, 2018; liriche, racconti e saggi sono rintracciabili in riviste e antologie. Suoi scatti fotografici sono apparsi in libri, guide, giornali, manifesti, copertine di libri, mostre personali e collettive. Varie le esperienze radiofoniche e teatrali. www.annatoscano.eu
Gisella Trincas è innanzitutto una familiare esperta per esperienza. Fondatrice e presidente dell’Associazione Sarda per l’Attuazione della Riforma Psichiatrica e co-fondatrice e presidente dell’Unione Nazionale delle Associazioni per la Salute Mentale a cui aderiscono le Associazioni impegnate in tutte le Regioni d’Italia ad eccezione della Valle d’Aosta e Molise.
E’ impegnata attivamente in progetti di cooperazione sociale nell’ambito della salute mentale a partire dai primi anni 90, nel 1995 ha fondato “Casamatta” (quando gli O.P. della Sardegna erano ancora aperti); un progetto di abitare supportato sulle 24 ore in cui convivono 5 donne e 2 uomini che vivono la condizione della sofferenza mentale, unico progetto di abitare supportato sulle 24 ore non istituzionalizzante nella Città di Cagliari. La storia di Casamatta è raccontata nel film di Enrico Pitzianti “Roba da Matti” del 2012.
Ha promosso attività culturali e organizzato attività di formazione per familiari, operatori e persone che utilizzano i servizi di salute mentale. Ha partecipato in qualità di relatrice e docente a innumerevoli eventi tenutisi in Italia, Francia, Grecia, Argentina, Giappone, Cina portando le esperienze italiane e le proposte del movimento.
Ha promosso e partecipato ad audizioni alla Camera dei Deputati e al Senato sulle questioni della salute mentale e dei diritti umani e al processo di superamento degli Ospedali Psichiatrici e degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari.
Francesco Vacchiano è psicologo clinico, psicoterapeuta e antropologo. È Professore Associato presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia e Ricercatore Associato dell’Istituto di Scienze Sociali dell’Università di Lisbona. Si occupa di migrazioni contemporanee; frontiere, burocrazie e politiche della cittadinanza; società e istituzioni del Nord Africa; saperi della cura in Mozambico. Ha svolto ricerche in Marocco, Tunisia e nel Sud Europa su alcuni dei principali profili della mobilità umana contemporanea (‘minori non accompagnati’, rifugiati e ‘vittime di tratta’) e sulle politiche e pratiche della loro inclusione/esclusione (risultati pubblicati su Antropologia, The International Journal of Migration and Border Studies, Research Handbook on Child Migration, Revista de Dialectología y Tradiciones Populares, Saúde e Sociedade, Journal of Mediterranean Studies, Children Geography, tra gli altri). È autore di “Altri corpi. Antropologia e etnopsicologia della migrazione” (con Simona Taliani, Unicopli 2006) e di “Antropologia della dignità: aspettative, moralità e ricerca del benessere nel Marocco contemporaneo” (Ombre Corte 2021). Ha insegnato in corsi di laurea, specializzazione, master e dottorato in Italia, Francia, Spagna, Portogallo e Svizzera e ha unito i suoi interessi di clinica e ricerca nel campo dell’etnopsichiatria presso il Centro Frantz Fanon di Torino dal 1997 al 2010 e presso il Centro di Etnopsicologia Clinica di Lisbona dal 2014 al 2020. Interviene regolarmente come formatore e supervisore di equipe sociali e sanitarie impegnate nell’accoglienza di persone con storie di migrazione.
David Yambio (1996) Attivista. Nato e cresciuto in Sud Sudan, da adolescente ha partecipato all’organizzazione delle marce di protesta degli studenti per denunciare l’arruolamento di bambini-soldato da parte dell’esercito regolare e delle forze ribelli. Costretto a fuggire dal suo paese per il timore di ritorsioni e per l’estendersi della guerra civile, ha vissuto come esule prima in Ciad, dove ha lavorato come minatore, e poi in Libia, dove è stato sequestrato e imprigionato nei centri di detenzione dalle milizie. Sfuggito a un nuovo arresto di massa a Tripoli nell’ottobre 2021, ha animato un sit-in di cento giorni davanti alla sede dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, per denunciare i crimini delle milizie e le condizioni di vita dei migranti. Fuggito dalla Libia a seguito di ripetute minacce di morte, oggi è rifugiato in Italia.
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Gianni Montieri, biografia: montieri bio
Anna Poma Laureata in Filosofia e in Psicologia e specializzata in Psicoterapia della Gestalt, dopo alcuni anni d’insegnamento, dal 1998 lavora nel campo della salute mentale. E’ stata consulente del D.S.M di Treviso per specifici progetti di deistituzionalizzazione. Nel 2021 è socio fondatore dell”Associazione Festival dei Matti ( già cooperativa Con-Tatto nata nel 2002) a tutt’oggi ne è Presidente. Dal 2003 è portavoce del Forum Veneto per la Salute Mentale e negli ultimi anni referente regionale dell’Osservatorio StoPpge. Svolge attività di psicoterapeuta tra Venezia e Treviso ed è formatrice in diverse istituzioni. Dal 1994 al 2000 ha collaborato alle pagine culturali del “Secolo XIX” di Genova e, in seguito, per i quotidiani veneti del gruppo Repubblica-Espresso. E’ ideatrice e curatrice del Festival dei Matti. (https://annapoma.it)
Gianfranco Rizzetto Sindacalista, infermiere, volontario. Precedentemente Segretario Generale della Funzione pubblica di Venezia, attualmente lavora presso l’Ufficio Legale della CGIL Venezia, ed è Segretario . Costituente del Forum Veneto Salute Mentale, componente dell’Osservatorio per il superamento degli Ogm e sulle Rems, è nel comitato scientifico del Festival dei matti e ne è responsabile organizzativo.
Le volontarie del Festival dei Matti sono un gruppo di studentesse ed ex studentesse che da anni supportano il Festival nella logistica e nell’elaborazione dei contenuti. Come ogni anno, anche quest’anno si occupano della creazione e della realizzazione di un laboratorio esperienziale aperto alla partecipazione del pubblico.