Nei giorni del 16 e 17 novembre capiterà, nei campi della città, di di ascoltare e ricevere in dono alcune poesie dedicate al corpo e alla follia nel corpo. Questi versi vi porteranno per mano alla IV edizione del Festival dei Matti .
Le voci saranno di :
Isotta Caroldi, Margherita Castelli, Carolina Cosma, Sara Costantini, Paola De Cesare, Benedetta Held, Malvina Perzolla, Elettra Piaggi , Anna Ramazzotto, Angelica Righetto, Caterina Rossi
classe 3C Scienze Umane:
Francesca Amadi, Maddalena Ammirati, Mariasole Antolini, Rossella Badolin, Irene De Marzi, Alessandro Figus, Marina Paties, Giada Tonini
Classe 4D Sociopsicopedagogico:
Agata Berto
Classe 4C Sociopsicopedagogico
Priscila Almeida, Elena Fabris , Priscilla Franzin, Matilde Gallo Orsi, Alka Lancerotti, Claudia Marin
Classe 3B Linguistico
Irene Dei Rossi, Teresa Lo Greco
Classe 4B Linguistico
Francesca Bertotto, Diana Juris, Giulio Pitteri, Alessandra Scarpa, Eleonora Schenal, Karin Vecchi, Micael Zane
Classe 5B Linguistico
del LICEO TOMMASEO di VENEZIA
Rachele Morelli, Claudia Livia Viglietti
del LICEO STEFANINI di MESTRE
Poesie
- nave dei miei canti
- Il mio corpo è una nave
- che per le sue battaglie
- va ogni anno in cantiere
- in un paese del Brenta.
- Ci pensa un forte pensiero
- a rattoppare le vele,
- a rinforzare l’albero
- provato dai venti.
- Il timoniere del sole
- ha il cuore colmo di pioggia.
- Aldo Vianello
- …. Di questa grazia segreta
- dopo non avrò memoria
- perché anche la malattia ha un senso
- una dismisura, un passo,
- anche la malattia è matrice di vita.
- Ecco, sto qui in ginocchio
- aspettando che un angelo mi sfiori
- leggermente con grazia,
- e intanto accarezzo i miei piedi pallidi
- con le dita vogliose di amore.
- Alda Merini
- La Fame
- Siamo affamate d’amore,
- ecco il motivo.
- Una questione di vuote interiora
- governa il mondo.
- E voi che adesso siete amate
- non dimenticate mai
- che giudicate dopo il pranzo,
- dopo una giusta cena.
- Voi giudicate il mondo
- con la pancia piena
- Nicoletta Bidoia
- E’ sempre una lotta
- Vivo nel corpo la distanza
- Mordo l’attesa e me ne nutro
- Tenendolo a bada come posso
- Col dai e dai furioso
- E’ così che in tua assenza
- Io lotto ardentemente
- Fino a quando arrivi tu
- E – sfinita – mi riposo
- Nicoletta Bidoia
- Ti chiedo un passaggio
- E’ a una fonte desolata ch’io mi trasfiguro.
- Prendimi ti prego sulla barca che traghetta
- da sponda a sponda in questo stagno.
- Prendimi con la mia gioia zoppa
- E le novene scarse dette la sera
- per calmare la rissa che dalla mattina
- ho dentro.
- Nicoletta Bidoia
- Aqua alta
- … go un magon nel stòmego
- vado a corente co i sogni che i me tien svegio…
- agiuto no so più vivar so un poro desparà
- nel tira a çimento de le onde cative
- parcossa i siga cussì i ricordi?
- Dio mio fateli tacere!
- Mario Stefani
- Tributo ai miei fianchi
- questi fianchi sono fianchi larghi
- hanno bisogno di spazio per
- andarsene in giro
- non stanno a loro agio dentro
- posticini di basso profilo, questi fianchi
- sono fianchi liberi.
- non amano essere bloccati.
- questi fianchi non sono mai stati fatti schiavi,
- vanno dove vogliono andare
- fanno quello che vogliono fare.
- questi fianchi sono fianchi possenti.
- questi fianchi sono fianchi stregati
- li ho visti
- lanciare un incantesimo su un uomo e
- rigirarlo come una trottola!
- Lucille Clifton
- (traduzione di Fiorenza Mormile)
- Ogni mattina
- Ogni mattina faccio
- ginnastica.
- Il corpo si lamenta
- “Perché mi fai questo?”
- Gli do un buffetto
- per tutta risposta.
- Sollevo le gambe
- dal pavimento
- e sento gli addominali
- ribellarsi:
- sono un equipaggio ammutinato,
- una frangia di
- dissenso….
- Alice Walker
- (traduzione di Loredana Magazzeni)
- La donna che non poteva vivere col suo cuore difettoso
- Non parlo del simbolo
- dell’amore, una forma di zucchero
- per decorare torte,
- il cuore che crediamo
- appartenga o si spezzi;
- parlo di questa massa muscolare
- che si contrae come un bicipite scuoiato,
- blu-viola, con la pellicola di grasso,
- il contorno di tendini, questo solitario,
- questo cavernicolo, tartaruga
- senza carapace, istonata di sangue dai polmoni,
- portata per niente felice.
- Tutti i cuori galleggiano nei loro
- profondi oceani senza luce,
- umidi, oscuri e scintillanti,
- le quattro bocche che inghiottono come pesci.
- Dicono che i cuori pulsino:
- ci aspettiamo questo, lo sforzo
- regolare del cuore contro il suo affogare.
- Ma molti cuori affermano: voglio, voglio,
- voglio, voglio. Il mio
- è più doppio,
- anche se non gemello, come pensavo un tempo.
- Lui dice, voglio, non voglio,
- voglio, e poi una pausa.
- Mi costringe ad ascoltare…
- Margaret Atwood
- (traduzione di Loredana Magazzeni)
- Il tatuaggio a forma di fenice
- Trascina l’ago ronzante
- dentro la mia pelle, oltre le mie ossa
- distendi i colori
- arancio per la mia gelosia
- dello schermo che, coi pixel, col suo pigolante richiamo
- ti mesmerizza
- rosso per la mia furia
- imbottigliata nella mia arte e nei miei sogni
- e nascosta dietro un dolce sorriso di moglie
- verde e azzurro
- per le mie sofferenze la notte
- l’aria sottile torturata di solitudine e lacrime
- ….
- Robyn Guillory
- (traduzione di Fiorenza Mormile)
- Invito
- Se la mia ciccia
- fosse troppa per me
- te l’avrei detto
- avrei perso una taglia
- o due
- Sarei andata a correre
- perfino nella nebbia
- me ne sarei stata a pesarmi
- accovacciata sulla bilancia
- con la coda piegata
- Avrei fatto una dieta
- Con più cura di una diabetica
- Ma a dire il vero
- io sto bene
- non ho bisogno
- di cambiare linea
- e leggerissima mi muovo
- Vieni a trovarmi una volta
- ...
- Grace Nichols
- (traduzione di Giovanna Buonanno)
- Ragazza nuda e specchio
- Questa non sono io. Una volta ero senza corpo –
- avevo solo quello che serviva per ridere e correre,
- o guardare a lungo le stelle o abbozzare una danza
- sulla schiuma delle onde e la sabbia e il sole.
- Occhi amavano, mani mi cercavano, ma ero in fuga
- sulle mie correnti, argento vivo, piumetta.
- Posso alla fine rimanere intrappolata in quella morbida faccia?
- Ho paura di guardarvi, occhi umidi e scuri.
- Perché mi fissate con quell’appello smodato? –
- “Cerca sotto queste ciglia ricurve, ammetti
- che ci sei sempre stata; conoscimi – sii me.”
- Lisce spalle che furono di ermafrodito, troppo tenero
- corre il vostro lungo pendio, sopra le timide curve
- inattese, impellicciate di luce, che spuntano di sotto.
- …
- Judith Wright
- (traduzione di Brenda Porster)
- Vedere un mondo in un granello di sabbia,
- e un cielo in un fiore selvatico,
- tenere l’infinito nel cavo della mano e l’Eternità
- in un’ ora.
- William Blake
- Teste fiorite
- Se invece dei capelli sulla testa
- ci spuntassero i fiori, sai che festa?
- Si potrebbe capire a prima vista
- chi ha il cuore buono, chi la menta trista.
- Il tale ha in fronte un bel ciuffo di rose:
- non può certo pensare a brutte cose.
- Quest’altro, poveraccio, è d’umor nero:
- gli crescono le viole del pensiero.
- E quello con le ortiche spettinate?
- Deve avere le idee disordinate,
- e invano ogni mattina
- spreca un vasetto o due di brillantina.
- Gianni Rodari
- Prigione
- In prigione nasce anche l’uomo, come ogni altro essere.
- Anima, corpo, pensiero, desiderio, comportamento: tutto in lui ha limiti, lui stesso è un tangibile limite, è tutto un definito, diverso, staccato dall’altro. Dalle finestre ingabbiate dei sensi egli guarda fuori di sé nell’esterna, estranea realtà che mai egli sarà.
- Hans Urs Von Balthasar
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