Festival dei Matti XIV edizione

 

 

Alcuni mondi piegano il tempo a venire incatenando all’esistente ogni possibile esistere. Mondi di futuri fasulli, copie di un passato a cui è impedito di passare. Del nostro mondo si dice lo stesso: che abbia già scritto ogni cosa, che niente possa sottrarsi al suo ordine, che il filo d’acciaio della sua sintassi implacabile (neoliberismo, biopolitica, intelligenza artificiale, catastrofi ecologiche, guerre, disuguaglianze e discriminazioni senza pari) detti regole ad ogni accadimento, lo plasmi, lo addomestichi, lo recuperi. Si dice che non verrà mai permessa altra scena, che il suo corso non sarà più deviato. Eppure a tratti accade qualcosa che non era previsto, qualcosa che irrompe a scardinarne l’assetto, a tagliarne la trama compatta. Qualcosa che, senza permesso, invade lo spazio, annunciando alfabeti sorgivi e una lingua tutta da inventare. Chiamiamo follia questo taglio? Lo chiamiamo rivolta? Vogliamo chiamarlo primavera perché la primavera non bussa, e ha in corpo futuri ri-belli.