“Il corpo delle parole”

16 November 2012 16:30 - 18:30

Telecom Italia Future Centre

“Il corpo delle parole”

Con Alberta Basaglia, Maria Grazia Giannichedda e Peppe Dell'Acqua,  Presentazione della collana 180, Archivio critico della salute mentale e in particolare, della stessa collana, Franca Ongaro Basaglia, Salute/Malattia, Alphabeta Verlag, 2012.

La collana intende rimettere in gioco ricerca, memoria, tensioni, intorno al singolare cambiamento che il nostro paese ha vissuto, negli ultimi 50 anni, nel campo della salute mentale. Una rivoluzione culturale inedita, una legislazione ritenuta la più avanzata al mondo dalla stessa Organizzazione Mondiale della Sanità. La collana ripercorre lo spessore delle parole che hanno scritto questa storia, la contesa dei significati che le ha attraversate , le vie d'uscita che hanno impedito o reso possibili. La collana include: marco cavallo di giuliano scabia , riedizione arricchita del testo einaudi del 1976; c'era una volta la città dei matti, di marco turco, regista, e degli sceneggiatori. trattamento, sceneggiatura, e dvd del fortunato film televisivo sul lavoro di Franco Basaglia.

Franca Ongaro Basaglia , Salute / malattia Le parole della medicina. a cura di Maria Grazia Giannichedda 2012 Euro 16,00; pp. 280

"Questi scritti di Franca Basaglia sono in buona par te delle "voci" comparse sulla prestigiosa e purtroppo dimenticata Enciclopedia Einaudi. Uno di essi, quello intitolato "Follia/delirio" è un lavoro a quattro mani scritto con Franco Basaglia. Ora vengono ripresentati insieme al discorso inedito che Franca Basaglia tenne nel 2001 in occasione del conferimento della laurea honoris causa a Sassari, e arricchiti da un saggio di Maria Grazia Giannichedda. Come il lettore può immediatamente verificare, questi testi hanno una straordinaria attualità perché entrano nel vivo del dibattito di oggi attorno alla medicalizzazione della società. "Salute" e "malattia" non possono più essere considerati fenomeni naturali, avverte l'autrice fin dalle primissime righe del suo libro, ma sono questioni che chiedono – entrambe – uno sguardo storico e critico. Se il problema della malattia mentale ha aperto la strada, attraverso le trasfor mazioni de-istituzionalizzanti operate da Franco Basaglia a Gorizia e poi a Trieste, adesso la battaglia riguarda lo smontaggio del paradigma di una società medicalizzata (e, per molti, da medicalizzare). E qui si evidenzia il ruolo intellettuale e politico giocato proprio da Franca Basaglia, che ha saputo con grande chiarezza e con formidabile anticipo disegnare il linguaggio e l'orizzonte in cui ora siamo. Abbiamo davvero bisogno di questa sua lucidità critica in un momento, come l'attuale, nel quale non riusciamo più a dire cosa sia la malattia (che rischia di ridursi nuovamente a qualcosa di naturalistico, mentre Franca Basaglia ne fa addirittura un luogo di possibile soggettivazione), e nel quale la questione della salute viene assorbita, giorno dopo giorno. Dunque, questo libro è assai di più di un necessario riconoscimento a una figura di protagonista, da valorizzare sottraendola anche alla comprensibile ombra del prestigioso compagno: è uno strumento importante, nella generale penuria intellettuale del nostro presente, per riattivare un lavoro di riflessione critica sempre più urgente e che ci riguarda tutti."

La Collana 180. Archivio critico della salute mentale è diretta da Peppe Dell'Acqua, Nico Pitrella, Pier Aldo Rovatti. Così ne scrivono: "È trascorso più di mezzo secolo dall'avvio dei primi cambiamenti nelle grandi istituzioni manicomiali. Un tempo ormai storico che oggi pretende un attento lavoro di rivisitazione, sistematizzazione, riproposizione critica di temi, materiali e documenti che raccontino di quei cambiamenti e di quanto hanno prodotto e producono nell'attualità delle pratiche e della ricerca intorno alla questione psichiatrica e della salute mentale. Dopo anni di disattenzione, luoghi comuni e polemiche, tanto aspre quanto superficiali, sembra si possa riaccendere un interesse reale e autentico. Il trentennale della legge 180 ha ridato voce alla questione e alcuni eventi culturali di grande impatto comunicativo hanno incuriosito un numero impensabile di persone, fra cui tantissimi giovani. Oggi il lavoro di Basaglia, e più in generale della deistituzionalizzazione, viene inserito nei programmi di insegnamento delle facoltà di psicologia, scienze dell'educazione, filosofia, sociologia, scienze sociali, antropologia e infermieristica, diventando oggetto di tesi e approfondimenti. Cresce inoltre il numero di studenti, giornalisti e ricercatori interessati a informazioni, libri e documenti intorno a quella che forse è stata la più decisa e perdurante riforma avvenuta in Italia nel secondo dopoguerra. Tuttavia, la mancanza di testi e ricerche sistematiche che diano conto di quegli anni è quanto mai evidente e a rimanere delusi sono soprattutto i giovani. A Trieste, come in altri luoghi di buone pratiche, siamo ancora impreparati. Più o meno di proposito, continuiamo a rispondere con l'adagio basagliano: "vieni e vedi". Eppure molto in questi anni è stato scritto e pubblicato. In più territori abbiamo provato ad affrontare la questione. Con tagli diversi (scientifico, divulgativo, filosofico, giornalistico, letterario) e obiettivi talvolta discordanti, sono state avviate iniziative editoriali e pubblicazioni puntiformi dovendo alla fine ammettere di aver spesso fallito. Le ragioni sono diverse: da un lato la vastità dei processi di cambiamento e i numerosi ordini di discorso che attraversa; dall'altro il fatto che il carico e l'impegno quotidiano richiesto da tali processi ha distolto molti operatori dal lavoro di ricerca e dalla produzione letteraria. Il clima di tensione e di conflitto che ha accompagnato la legge 180, ha fornito un alibi alle consapevoli disattenzioni delle riviste scientifiche e della psichiatria accademica di fronte a quei fenomeni che si presentano come antagonisti e critici dei saperi e degli interessi sostenuti proprio da quelle stesse psichiatrie. Continuano a essere imperdonabili le lentezze del Ministero della Salute e di tutti i governi che si sono succeduti, i quali hanno investito poco o nulla nella ricerca e nella valutazione dei tumultuosi cambiamenti di quegli anni e ancor meno nella diffusione delle esperienze innovative, delle buone pratiche, delle sensate organizzazioni. Da quegli inizi, la mancanza di continuità volta allo studio, all'analisi, alla definizione e alla ricerca intorno a questo cambiamento che anche altri definiscono "epocale", appare sempre più profonda. Non solo per chi vuole sapere, ma prima ancora per quanti, impegnati oggi in questo lavoro, vedono disperdersi il valore di quanto producono e crescere il rischio di stallo, autoreferenzialità e isolamento. Per chi lavora nell'ambito della salute mentale è diventato molto difficile rispondere alle domande sempre più precise che giungono dalle famiglie, dalle associazioni, dagli stessi cittadini che vogliono rendersi più partecipi ed esperti, e dal mondo della formazione e della cooperazione sociale. Raccogliere queste domande vuol dire accettare una scommessa. Non facile. Vuol dire mettere in campo le sinergie, le risorse e le intelligenze di amministratori, operatori, associazioni, intellettuali, cooperatori sociali, familiari e tanti cittadini. La collana editoriale 180 vuole riconoscere le tante cose che in questi anni sono avvenute. Muove i suoi primi passi da Trieste per percorrere la vasta rete delle buone pratiche, incontrare la storia del cambiamento delle singole persone e raccontare le straordinarie imprese sociali che si sono sviluppate intorno alla questione psichiatrica. La collana si articola intorno a 4 grandi aree tematiche. La sezione Narrazioni presenta storie di persone, di esperienze collettive, di guarigione, ma anche racconti e romanzi che si costruiscono intorno al disagio e alla malattia. Le Riproposte mettono a disposizione dei lettori i testi che hanno avuto un ruolo importante nei processi di cambiamento e che oggi riteniamo debbano essere conosciuti e studiati. Testi introvabili e ricercati proprio dai più giovani che di quegli anni (Sessanta–Settanta) rischiano di vedere cancellata ogni memoria. In Attualità si intende rispondere al bisogno di conoscenza intorno a quanto è veramente possibile fare oggi; una domanda che attraversa trasversalmente tutto il campo e gli attori presenti sulla scena della salute mentale. Infine, Traduzioni è quella parte della collana che intende far conoscere a un pubblico più vasto quelle ricerche e quei saggi di attualità noti solo a pochissimi addetti ai lavori, rendendoli così un utile strumento per arricchire le conoscenze e il dibattito disciplinare, sociale e politico nella più vasta area di quanti, a titoli diversissimi, sono coinvolti e attivi intorno alla questione della psichiatria e della salute mentale."

 

 

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