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STRANOEVENTO

 

Mondi di fuori – dialogo notturno intorno al diventare cavalli



Con Giuliano Scabia e Peppe Dell'Acqua a proposito del libro Marco Cavallo
Venerdì 18 novembre
Ore 21 – Teatro Goldoni (Venezia)
Ingresso libero
  "Se io avessi un mondo come piace a me,
là tutto sarebbe assurdo:
niente sarebbe com'è,
perché tutto sarebbe come non è,
e viceversa!
Ciò che è, non sarebbe
e ciò che non è, sarebbe!" 

Alice nel paese delle meraviglie

   
  Sono questi mondi, i mondi di Fuori che Peppe Dall'Acqua, direttore del Dipartimento di Salute Mentale di Trieste, e Giuliano Scabia, regista scrittore e poeta da anni attivo sui temi della salute mentale, racconteranno all'interno dell'incontro che proponiamo. Un dialogo notturno intorno al diventare "cavalli", perché il protagonista della storia è un cavallo azzurro, Marco Cavallo. Un cavallo in legno e cartapesta costruito nel manicomio di Trieste e divenuto il simbolo della liberazione dei matti, dei loro desideri inespressi, delle storie che riprendevano forma. Con lui riprenderà corpo la libertà riconquistata nel '73 dagli internati del manicomio di Trieste che ancora oggi ci parla di futuro, apre alla possibilità, invita a una scelta di campo. Tutto intorno alla riedizione del libro di Giuliano Scabia Marco Cavallo - Da un ospedale psichiatrico la vera storia che ha cambiato il modo di essere del teatro e della cura (Edizioni alphabeta Verlag, 2011), che si riaffaccia sul mondo dell'editoria dopo 35 anni. Pur preservando il testo originale come testimonianza letteraria, storica e sociale di grande valore, l'attuale edizione del libro, curata da Elisa Frisaldi, è stata arricchita da: la Prefazione scritta da Franco Basaglia per l'edizione tedesca di Marco Cavallo (1979), il saggio di Umberto Eco Un messaggio chiamato cavallo (Bompiani, 1977), il saggio Racconto dei viaggi di Marco Cavallo nel mondo fuori di Peppe Dell'Acqua ed Elisa Frisaldi, un impianto iconografico rinnovato grazie al recupero delle foto originali e all'aggiunta di preziosi inediti, e un dvd (Marco Cavallo 1973/2004) con le immagini della creazione di Marco Cavallo realizzate dal fotografo e cineamatore Geri Pozzar nel 1973 e commentate nel 2004 da Giuliano Scabia e Peppe Dell'Acqua.
   
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Marco Cavallo mosse i primi passi il 25 febbraio del 1973 oltre la soglia proibita. Quel giorno valicò il confine che separava la Trieste dei sani, dei normali, e quella dei "matti". Fu così che ebbe inizio la storia di un grande cavallo di cartapesta divenuto simbolo di quella liberazione che è stata la legge 180 (riforma Basaglia) che ha trasformato l'istituzione manicomiale. Il cavallo blu, costruito all'interno del manicomio di San Giovanni, è stato realizzato con la partecipazione pratica e simbolica dei pazienti. Una volta uscito dal manicomio di Trieste Marco Cavallo attraversò tutta la città in compagnia dei suoi realizzatori rendendo pubblica una realtà fino a quel momento contenuta e tacitata dall'istituzione manicomiale.

Da quel giorno, il grande cavallo non si è più fermato, incontrando i bambini di molte scuole d'Italia e del mondo; partecipando ad incontri finalizzati a sostenere la campagna per la chiusura dei manicomi nel mondo; presiedendo ad eventi teatrali e culturali quali il (Festival nazionale dell'Unità ed il Festival dei Matti)

Nel 2013 Marco Cavallo compirà 40 anni di vita nel corso della quale è stato eletto a immagine di una rivoluzione culturale destinata a cambiare la percezione collettiva della malattia mentale.

   
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Giuliano Scabia (Padova, 1935).

È tra i fondatori del DAMS di Bologna, dove ha insegnato Drammaturgia. Scrittore e poeta, regista e spesso narratore e attore dei propri testi, è stato protagonista di importanti esperienze teatrali che, pur estranee alle scene ufficiali, hanno avuto larga notorietà nazionale e internazionale. Esordisce negli anni '60 scrivendo per Luigi Nono il libretto per La fabbrica illuminata: opera per voci, strumenti e nastro magnetico, dedicata agli operai dell'Italsider di Cornigliano. Una delle costanti dell'attività di Giuliano Scabia è stata progettare testi o "azioni teatrali" pensate per persone o gruppi precisi, con i quali condividere interessi culturali, politici, artistici, umani. Una ricerca di ambiti e di sensibilità comuni, sviluppata all'interno del teatro fino '69 e poi al di fuori al di fuori dei circuiti teatrali professionali in nuovi luoghi per accadimenti e eventi fuori dall'ordinario.

Nasce attraverso sperimentazioni, laboratori nei quartieri operai e nelle scuole con ragazzi il "teatro vagante": un teatro pellegrino che si muove su percorsi estranei alle direttrici di maggioranza, modellato secondo l'antica consuetudine dei trovatori. Si tratta di un vero e proprio modo di vivere l'esperienza teatrale: un intreccio di momenti rappresentativi e narrativi, che lo stesso autore si incaricherà di realizzare nelle sue `camminate' (vere e proprie passeggiate a piedi, anche di più chilometri, trasformate, a seconda delle esigenze e del contesto, in apparizioni, evocazioni, visite, visioni, lettere).

Questo lavoro acquista notorietà e risonanza, anche internazionale, lungo tutto l'arco degli anni '70, quando Scabia. è ideatore e anima di esperienze come Marco Cavallo (con i ricoverati e gli operatori dell'Ospedale Psichiatrico di Trieste, diretto allora da Franco Basaglia.

Dagli anni Novanta il lavoro sulla lingua maturato nel corso dell'esperienza teatrale confluisce nella scrittura di romanzi e poesie. In particolare ricordiamo Nane Oca(Einaudi, 1992) e Visioni di Gesù con Afrodite (Ubulibri 2004). Tra le ultime pubblicazioni ricordiamo L'insurrezione dei semi (Ubulibri, 2003), Opera della notte (Einaudi, 2003), Le foreste sorelle (Einaudi 2005), Il tremito. Che cos'è la poesia? (Bellinzona, Casagrande, 2006).

   

Peppe Dell'Acqua, salernitano, classe 1947, psichiatra, che ha avuto la fortuna di iniziare a lavorare con Franco Basaglia fin dai primi giorni triestini, partecipando all'esperienza di trasformazione e chiusura dell'Ospedale Psichiatrico. Tuttora vive a Trieste ed è il Direttore del Dipartimento di Salute Mentale.

Insegna psichiatria sociale presso la Facoltà di Psicologia dell'Ateneo di Trieste.

Nel 1988 pubblica per Edizioni Sapere 2000, insieme a Roberto Mezzina "Il folle gesto" che raccoglie l'esperienza sulla questione della perizia psichiatrica e del lavoro presso il carcere e nell'ospedale psichiatrico giudiziario. Il testo, che raccoglie 15 perizie psichiatriche , pone particolare attenzione alla narrazione.

Nel corso dell'attività lavorativa ha svolto e organizzato molteplici attività di consulenza scientifica ed organizzativa in varie sedi in Italia, in Europa e nelle Americhe tenendo cicli di conferenze, seminari, verifiche tecniche. Segue con particolare attenzione l'aspetto della comunicazione e della formazione, sia degli operatori che delle famiglie di persone con disturbo mentale. Ha pubblicato un manuale, "Fuori come va? Famiglie e persone con schizofrenia", rieditato nella III edizione da Feltrinelli Editore (2010), che completa e riassume il percorso di ricerca nel campo del sostegno alle famiglie con persone con disturbo mentale.

E' tra i promotori del Forum Salute Mentale, avamposto per la tutela dei diritti delle persone con disturbo mentale.

Nel 2007 ha pubblicato il libro-testimonianza "Non ho l'arma che uccide il leone. Trent'anni dopo torna la vera storia dei protagonisti del cambiamento nella Trieste di Basaglia e nel manicomio di San Giovanni", con una inedita prefazione di Basaglia (Stampa Alternativa, Viterbo).

   
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